Sono ormai ampiamente riconosciuti gli effetti positivi dei servizi socioeducativi per la prima infanzia, particolarmente a beneficio dei bambini provenienti da contesti familiari svantaggiati. Ciononostante, in Italia la frequenza di asili nido e altri servizi per bambini fino a 3 anni è ancora ridotta e con costi crescenti a carico delle famiglie. Come ampliare le opportunità di accesso? Una possibile fonte di risorse da destinare all’estensione dei servizi per la prima infanzia è rappresentata dagli assegni familiari. Secondo le simulazioni condotte dalla Fondazione Zancan (articolo su Studi Zancan 3/2014, pp. 5-12), destinando 1,5 miliardi di assegni familiari (sui 6,5 complessivi annui) al finanziamento della spesa per asili nido si potrebbe potenzialmente raddoppiare il numero di bambini frequentanti. Ciò consentirebbe, a parità di altre condizioni, di raddoppiare anche l’occupazione di welfare (il personale impiegato negli asili), con conseguente ritorno in termini di gettito fiscale e contributivo.
Nel corso dell’ultimo convegno nazionale del progetto TFIEY (Transatlantic Forum on Inclusive Early Years), tenutosi a Napoli lo scorso 3 dicembre, la deputata Sandra Zampa (Partito Democratico), vicepresidente della Commissione parlamentare per l’infanzia e l’adolescenza, ha pubblicamente espresso il proprio sostegno nei confronti della proposta della Fondazione Zancan: "Ne penso talmente bene che l’ho inserita nel documento che chiuderà l’indagine conoscitiva sulla povertà e sul disagio minorile". "In questi anni abbiamo assistito a un venire meno delle risorse per l’infanzia impressionante" ha sostenuto l’onorevole Zampa, dicendosi "fortemente convinta che la monetizzazione invece dell’investimento in servizi sia un grandissimo impoverimento".