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Pratiche generative

Il rapporto 2012 della Fondazione Emanuela Zancan proponeva come pratica generativa di welfare la possibilità che i lavoratori percettori di ammortizzatori sociali svolgessero attività sociali. Nella realtà vi sono alcuni esempi di azioni che vanno in questa direzione, permettendo di “ri-generare” le risorse (ad es., le capacità e competenze di lavoratori cassintegrati), facendole rendere (tramite il lavoro svolto a beneficio proprio e della collettività) e responsabilizzando gli aiutati (nella logica dei diritti sociali “a corrispettivo”).
Un esempio è quello degli uffici giudiziari della Lombardia.

Uffici giudiziari in Lombardia
Un esempio è costituito dall'esperienza degli uffici giudiziari nella regione Lombardia. Lavoratori in cassa integrazione in deroga e straordinaria, in mobilità ordinaria e in deroga, vengono coinvolti in esperienze lavorative presso uffici giudiziari. L'obiettivo è duplice: favorire lo sviluppo di nuove competenze professionali da parte dei lavoratori coinvolti, e al tempo stesso permettere agli uffici giudiziari lombardi di fronteggiare la carenza di personale in ambito amministrativo.
http://www.regione.lombardia.it/cs/Satellite?c=News&childpagename=Regione%2FDetail&cid=1213621333180&pagename=RGNWrapper

 Il caso Alessi
Un caso ancora più originale è il progetto «Buon Lavoro - La Fabbrica per la città» dell’azienda Alessi a Omegna in Piemonte. In un momento di ridotta produzione, anziché ricorrere agli ammortizzatori sociali l'azienda ha promosso, con il coinvolgimento delle istituzioni territoriali, l'impiego dei lavoratori in attività socialmente utili a favore della comunità locale. Il costo di questo impiego «generativo» delle risorse umane non ha gravato sui fondi pubblici (del comune o dell’Inps) bensì sull’azienda stessa.
http://www.goodpoint.it/volontariato-alessi-buon-lavoro-la-fabbrica-la-citta/

 Di seguito, altri esempi di pratiche generative.

 "Patto per il riscatto sociale" - Comune di Milano
Il Comune di Milano erogherà contributi di integrazione al reddito a persone disoccupate in cambio dell’impegno da parte del beneficiario a seguire un programma di interventi di inclusione sociale attiva per sei mesi attraverso borse lavoro, percorsi formativi, azioni di volontariato, forme alternative di spesa (ticket, social market), partecipazione a laboratori occupazionali per sei mesi.
L’assessore alle Politiche sociali, Pierfrancesco Majorino, descrive l'intervento come "una nuova azione di sostegno al reddito contro la povertà che prevede non solo un contributo economico, ma un programma di inclusione sociale attiva che il beneficiario dovrà seguire".
La pagina dedicata nel sito web del Comune di Milano

 "La buona tavola" - Save the Children
L’obiettivo de La buona tavola è di contrastare i fattori che causano la povertà alimentare minorile in Italia nelle città di Roma, Napoli e Torino attraverso azioni concrete di sostegno ai bambini e alle famiglie in situazione di povertà.
Un'analisi su 70 situazioni di bambini e famiglie in situazioni di povertà ha evidenziato il diverso rendimento conseguibile passando dal lavorare per buone prestazioni ad un operare professionale più strategico, in cui i fattori produttivi si compongono tra loro, mettendo a disposizione “valore aggiunto di esito”. In particolare, emerge il passaggio degli esiti del progetto a livelli crescenti di generatività:
- fase α: l'esito/beneficio ottenuto con prestazioni appropriate per ciascun problema rilevato, ad esempio miglioramento della capacità della mamma nel saper cucinare cibi sani per il figlio attraverso la frequenza ad un laboratorio di cucina insieme ad altre mamme e con la guida di un operatore.  
- fase β: l’esito derivato da una presa in carico personalizzata basata sul concorso professionale, ad esempio si accompagna la mamma straniera a fare la spesa in un supermercato che abbia i prodotti del suo paese di origine.
- fase γ: il concorso all’esito reso possibile dall’apporto professionale e non professionale, ovvero quanto la mamma aiutata si è impegnata non solo a raggiungere l’esito per se stessa e suo figlio ma anche per altre mamme nella stessa condizione. Tra le forme di concorso all’esito è stato possibile individuare: l’attivazione di una rete di aiuto intorno a sé; l’attivazione di forme di scambio con altre mamme; la partecipazione alle attività come mamma peer/volontaria con altre mamme.
http://www.savethechildren.it/IT/Page/t01/view_html?idp=617

 

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