Tra le parole chiave di un welfare generativo c'è soprattutto il passaggio dalla erogazione di aiuti alla trasformazione professionale del bisogno e delle capacità degli aiutati, misurandone il concorso al risultato grazie all’apporto professionale e personale. In questa prospettiva una parte considerevole dei diritti individuali possono diventare sociali, "a corrispettivo sociale", grazie al concorso di capacità di ogni persona. "Non posso aiutarti senza di te", "non puoi aiutarmi senza di me". Sono modi per interpretare una sfida che è professionale, personale e sociale.
Un welfare realmente generativo valuta il proprio rendimento, a vantaggio di tutti, in modo da ampliare il potenziale delle risorse a disposizione, a parità di risorse investite. È possibile attribuire un rendimento economico alla trasformazione professionale. Non farlo equivale ad assimilarlo a costo assistenziale: è proprio quello che oggi rende tutto meno sostenibile. La prospettiva del WG richiede invece di superare la logica di costo per passare a quella di investimento sociale: occorre rigenerare, oltre che re-distribuire. In questo orizzonte, le professioni di welfare svolgono dunque un ruolo chiave nella realizzazione e diffusione di prassi generative.
Riferimenti
Dossier Welfare: nuova risorsa in “Etica per le professioni”, 1(2013) 3-76
- Il punto di vista del dirigente: Tomasin, P., Generare un nuovo Welfare significa saper dirigere e fare rete
- Il punto di vista dell'assistente sociale: Braida, C. e Palomba, F., Protagonisti motivati e responsabili, pronti a cambiare
- Il punto di vista dell'infermiere: Salmaso, D., Prendersi cura della persona in una logica “generativa”
- Il punto di vista del pedagogista: Spreafico, G., Rigenerare, Responsabilizzare, Rendere: il nuovo Welfare
Gruppi di ricerca
Infermieri - nursing generativo