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Lotta alla povertà e welfare generativo

"In un momento di crisi come quello attuale è necessario cercare nuove vie per sconfiggere la povertà nel nostro paese. I problemi si sono mostrati impietosi per dimensioni e intensità e le strategie messe in atto negli anni hanno dimostrato tutta la loro inefficacia. Sappiamo che la strada è in salita e non ce la faremo senza un cambio di passo e di strategia". È questo uno dei messaggi lanciati dal direttore della Fondazione Emanuela Zancan, Tiziano Vecchiato, intervenuto a Imola martedì 22 settembre al convegno di studio nel 50° della morte di Madeleine Delbrel, sul tema "Il Contrasto alla povertà in Emilia Romagna. Le azioni della chiesa e della regione".
Vecchiato ha evidenziato la persistente tendenza a impiegare le risorse contro la povertà in modo degenerativo, con sperimentazioni che dal 1998 a oggi si sono dimostrate fallimentari. Le proposte di nuovi interventi non consentono di sperare in esiti migliori (reddito di inclusione sociale). È l’approccio tradizionale del «raccogliere e redistribuire». Sta mostrando i propri limiti: non riduce le disuguaglianze, che anzi sono pericolosamente aumentate e siamo fanalini di coda in Europa per incapacità di ridurre la povertà dopo i trasferimenti. "È assistenza che assiste e non libera dal bisogno -chiarisce Vecchiato -. È uso irresponsabile di risorse pubbliche che sta togliendo la speranza di futuro ai giovani. Se va bene, potranno contare sui patrimoni dei loro genitori per supplire a pensioni insufficienti. Ma non sarà così per i loro figli. Già oggi i danni del non fare si concentrano sui bambini poveri e sulle persone in condizioni di grave precarietà".
Ma i segnali di generatività si fanno strada, per responsabilizzare, rendere, rigenerare, per promuovere la sussidiarietà nativa in ogni persona, come vorrebbe il quarto comma dell'articolo 118 della Costituzione. "È fiducia in una salvezza sociale possibile, con il concorso al risultato di tutti, anche dei "poveri", con una logistica delle capacità, per mettere a "corrispettivo sociale" il valore generato. Ma senza fiducia nelle persone è missione impossibile. È il messaggio che anche Madeleine Delbrel ci affida per evitare il materialismo che caratterizza gli approcci assistenzialistici, fatti di cose ma senza le persone".

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